Maman Adama Profumo di... Thiouraye
La cucina, il lavoro, i figli ed ora anche il profumo. Maman Adama la puoi incontrare ogni giorno sulla strada che da Parcelles Assainies di Dakar conduce a Nord Foire a Dakar. Un tragitto fisso ogni mattina per andare al lavoro nel centro dell’associazione L'École d'Ale - Le Tapis Volant partner di Bambini nel Deserto.
Bella, elegante, mamma di cinque figli: tre maschi e due femmine, che dalle elementari all’Università continuano i loro studi, mentre lei si dedica al lavoro per garantire loro un futuro. In una stanza che sembra un piccolo monolocale grazie alla cura che ha per gli ambienti, così come per la cucina, dove prepara ogni giorno gustosissimi piatti senegalesi per una quarantina di bambini e poi per la sua famiglia, Maman Adama installerà il suo nuovo business; come chiamano in Senegal il piccolo commercio informale.
Un’iniziativa tra il sacro e il profano: la preparazione e la vendita del Thiouraye, l’incenso che viene preparato dalle donne senegalesi per profumare gli ambienti e deliziare i propri mariti. Un miscuglio di fiori, erbe, legni, resine, oli e profumi che le donne bruciano sul carbone ardente all’interno di un braciere. Un’astuzia delle donne senegalesi che creano i loro mix personalizzati e segreti per movimentare il proprio foyer. Un mondo di boutique e mercati che Maman Adama, vuole ricreare a casa ora le temperature si abbassano.
E grazie al microcredito di Bambini nel Deserto questa sua nuova occupazione è diventata una realtà.
L’idea di Maman Adama è quella di rimpiazzare con i profumi il suo commercio serale, una integrazione al suo reddito, che consisteva nella vendita di fattaya, (piccoli panzarotti fritti ripieni di carne o pesce), thiakry (semola di miglio e latte cagliato) e altri piatti che di solito i senegalesi mangiano la sera. Un’occupazione alla quale la pandemia ha dato il colpo di grazia.
Mamam Adama come ti è venuta l’idea dei profumi?
"Prima del Covid 19 la sera preparavo e vendevo la cena di fronte a casa, poi con la pandemia, il coprifuoco, e soprattutto la paura del contagio, ho dovuto smettere. Questo per me ha significato una perdita di almeno 40.000 franchi cfa (60 euro circa) mensili che utilizzavo per integrare il mio stipendio e per pagare l’affitto della stanza e il trasporto scolastico delle mie figlie. Sono vedova, con cinque figli, dei quali solo una lavora quando trova e devo pensare io a tutto.
Due dei miei figli, gli ultimi due, sono ancora piccoli (8 e 6 anni) ed uno di loro è disabile. C’è mia mamma che mi aiuta badando a lui, ma le spese le affronto io da sola. Le due figlie studiano: una al liceo e l’altra inizierà quest’anno l’università."
Essere inserita in questo progetto di microcredito per te cosa significa?
"Significa avere la possibilità di far partire la mia attività, integrare il reddito e impegnarmi poi a restituire il prestito nel minor tempo possibile, nella speranza di poterne poi ricevere un altro ed allargare il commercio."
Il progetto “Profumo di... Thiouraye” è un intervento che rientra a pieno nelle politiche di azione di Bambini nel Deserto, che da anni, sostiene le popolazioni locali, soprattutto le donne che vogliono raggiungere la loro indipendenza economica.
Bambini nel Deserto, grazie anche al sostegno di molte realtà e persone che credono nel lavoro dell’ONG, ha potuto finanziare progetti di micro-credito in diversi paesi dell’Africa: dal Senegal, al Burkina Faso, Niger, Mali... e con questi dar vita a piccole realtà “generatrici di reddito”, contribuendo così all’Empowerment Femminile in Africa.
Viviana Bianchessi Dakar, 14 dicembre 2020